Looney Jones House/it

From The Evanescence Reference
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Coordinate: [36′ 58.33″ N, 87° 2′ 10.69″ W]

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Looney Jones House
Casa
Vista della casa dall'esterno.
Stato Stati Uniti
Stato federale Tennessee
Città Columbia
Indirizzo 207 West 6th Street
Coordinate 36′ 58.33″ N, 87° 2′ 10.69″ W

La Looney Jones House è una una delle prime abitazioni costruite nella città di Columbia, Tennessee. Il suo nome deriva da quello del primo proprietario David Looney, che nel 1835 la fece costruite per la sua sposa, Mary Anne Maguire. Situata su West 6th Street, la casa si trova a un isolato dalla casa d’infanzia del Presidente Polk e a pochi passi dalla piazza principale del paese[1][2].

La casa, in stile federale con mattoni a vista e porticato bianco, conserva tutto il suo fascino storico. Alcune stanze sono state restaurate con mobili d’epoca, mentre altre mantengono pavimenti in frassino originali, intonaci rotti, carta da parati scrostata e caminetti in ogni stanza. Durante la Guerra Civile fu usata come quartier generale e ospedale dell’Unione; macchie di sangue sono ancora visibili sul pavimento[3].

Sin dal primo cortometraggio indipendente Les Confinés, in cui una donna ebrea trova rifugio in una cantina nella Germania degli anni '40, la dimora storica è stata protagonista di numerosi film e videoclip. Da Build Me a Daddy di Luke Bryan a Love Her Again di Maddie Walker, fino alla copertina di One of Them Girls di Lee Brice, la lista è lunga. Anche Sasha Sloan ha cantato A House With No Mirrors avvolta nella luce spettrale filtrata dalle vecchie finestre. Gli Evanescence hanno girato in questa casa il videoclip di Afterlife.[4][5][6]

I luoghi del videoclip

Il videoclip si sviluppa all’interno di tre ambienti distintivi della Looney Jones House: il corridoio centrale con scala, l’ingresso e il grande salone al piano terra, riconoscibile per il suo caratteristico caminetto. Nella scena iniziale, Amy Lee è distesa su un lettino medico, coperta da un telo bianco, che lascia scivolare via al risveglio prima di incamminarsi lungo il corridoio centrale, caratterizzato dalla scala bianca in legno. La sua andatura è lenta e carica di tensione. Mentre si sistema i capelli in una coda di cavallo, Amy entra nell’ingresso principale, lo spazio che collega la casa al portico sul fronte. Gli arredi sono coperti da teli, contribuendo a trasmettere un senso di abbandono della casa. Poco dopo, svolta nel grande salone adiacente e si avvicina a un pianoforte coperto da un telo. Su di esso è poggiato un microfono, che Amy afferra prima di cominciare a cantare.

Segue uno stacco di inquadratura: ci troviamo ancora nel salone, ma da una prospettiva diversa. Questa volta l’intera band è riunita, intenta a suonare con alle spalle il caminetto d’epoca, incorniciato da due ampie vetrate attraverso le quali, a seconda della scena, filtrano luci rosse o bluastre che esaltano la texture vissuta delle pareti. L’azione si concentra qui fino alla fine del brano, con la performance in sync. Le scene in cui vengono proiettate sequenze inedite del cartone animato Devil May Cry, sono ambientate anch’esse nell’ingresso, dove le caratteristiche pareti scrostate fanno da sfondo al videoproiettore e al telo che fa da schermo.

Note